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  • Immagine del redattoreLe Due Frida

Sabato pomeriggio

di Anna Grespan



Un altro sabato è arrivato ed eccomi di nuovo qui: sul dondolo nel portico di Enrico. Lui mi siede davanti ed ascolta Linda fantasticare sul prossimo concerto che vuole vedere. Ogni tanto Enrico alza le spalle in segno di assenso, o semplicemente per abitudine. Per lui questo movimento è diventato spontaneo come sbattere le palpebre. Quasi ogni sua affermazione è anticipata da questo veloce gesto, che sembra sminuire qualsiasi sua frase. Suona come un avvertimento: “non sono proprio sicuro di quello che sto per dire, ma lo dico lo stesso”.

Lo stereo mi fissa dalla solita postazione sul carrello in vimini ormai usurato dagli anni. La musica invade lo spazio intorno, ma io sono l'unico che la sta davvero ascoltando. Michael Jackson continua a ripetere: “tell 'em that is human nature”. Per questo, allora, mi sento pervaso dalla noia e dalla consuetudine, anche se sono in mezzo ai miei migliori amici. È per questo che, sebbene io provi queste sensazioni, continuo a tornare qui ogni sabato. È per questo che non riesco a distogliere lo sguardo dalle labbra di Linda e mi chiedo se quello che provo sia amore, e se a 18 anni si possa capire sul serio il significato di questo complicato sentimento. Tutte queste domande, allora, fanno parte della natura umana. Dai, se lo dice Michael, credo di potermi fidare.

“Ma sei qui tra noi o da un'altra parte, Fabio?” mi chiede Linda, finalmente rivolgendo quelle labbra sottili verso di me.

“Certo che sono qui, non mi vedi? Stavo solo ascoltando la canzone!”

“E da quando ti piace Michael Jackson?”

Non sopporto la sua insistenza, le sue risposte sempre pronte, il suo osservare nel dettaglio le persone. Allo stesso tempo, è proprio tutto ciò che mi attrae e mi incuriosisce di lei. Fingo un'espressione decisa e le rispondo: “L'ho rivalutato ultimamente, sai”. Enrico, alzando le spalle, esordisce con una delle sue frasi scontate che, in qualche modo, mi rassicurano sempre: “Grande Fabio! Sarebbe da stupidi non cambiare idea.” Linda guarda Enrico, accenna un sorriso e poi, abbassando lo sguardo, dice: “Secondo me, non stavi per niente seguendo il nostro discorso e pensavi a qualcosa che non vuoi dirci.”

È vero Linda, non voglio o non riesco a dirlo. Forse, è proprio nella natura dell'uomo esprimere un terzo di quello che pensa per paura di esporsi, di vivere nella verità, di essere giudicato e giudicarsi. Ho paura di rompere questa quotidianità, di uscire dalla confortante musica di quello stereo che mi fissa. Ho paura, e preferisco tenere questi dubbi per me. Ma, d'altronde, questa è la natura umana. Lo dice persino Michael Jackson.


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