top of page

Anna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi sono? Bella domanda, la domanda esistenziale per eccellenza. Direi che è meglio lasciar stare l'aspetto psico-filosofico della questione e concentrarsi sui fatti. 

Nata il 22 gennaio 1994 a Montebelluna (TV), sono cresciuta e vivo tuttora ad Istrana, una piccola cittadina del Trevigiano mediamente conosciuta per la presenza di un aeroporto militare. La me bambina non aveva nulla a che fare con la forza e l'autorevolezza dei militari che ho sempre visto popolare il mio paesino: al contrario, ero timida ed insicura fuori dalle porte di casa. Non è che ora siano cambiate molto le cose, anche se, finalmente, qualche certezza ce l'ho pure io! Quella più grande è sicuramente la letteratura: i libri sono la mia casa, il mio posto sicuro. La mia formazione letteraria è iniziata quando da piccola, frugando in un'immensa cesta di vimini, trovai alcuni fumetti di “Topolino”. Dopo averli letti tutti, approfondii i miei studi grazie alla famosissima serie di “Geronimo Stilton”. 

Finite le medie, decisi che avrei proseguito la scoperta del meraviglioso mondo del linguaggio, iscrivendomi al Liceo linguistico Angela Veronese a Montebelluna. Dopo il diploma, iniziò il mio lungo percorso all'Università di Padova, dove ho ottenuto la laurea triennale in Lingue letterature e culture moderne nel 2017 e la laurea magistrale in Lingue e letterature europee e americane nel 2020. La tesi triennale verte sul romanzo “Viaggio alla fine della notte” del controverso scrittore francese Louis-Ferdinand Céline; mentre, la tesi magistrale dal titolo “The Representation of Trauma in Literature: Jackie Kay's The Lamplighter and Primo Levi's Se questo è un uomo” mette in relazione due opere letterarie che esplorano due traumi collettivi di grande rilevanza storica, la tratta degli schiavi africani e la Shoah.

Finisco le mie chiacchiere con qualche informazione random. Amo la lingua inglese e quella francese. Prediligo i film tristi e complicati. Adoro la musica hip-hop, r&b e i cantautori italiani come Battisti, Dalla, Gaber e i più recenti Bersani e Brunori Sas. Venero Virginia Woolf, Margaret Atwood, Toni Morrison, Baudelaire, Camus, Pasolini, Moravia, Calvino, Montale, per dirne solo alcuni. Mi piace ballare e mangiare. I miei luoghi preferiti sono le biblioteche, le librerie, i teatri, i musei, i ristoranti e le belle città del mondo come Parigi. Non sopporto l'indifferenza, il pregiudizio e la superficialità. 

Questa sono io ad oggi, ma non disdegno un eventuale futuro miglioramento...

​

​

Aurora

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora, spiegatemi voi, cari lettori, il motivo per cui il momento della presentazione è sempre così ostico. Lo è forse solo per me? Spero di no. Credo però sia buona cosa raccontarvi un po’ di me, dal momento che, o siete accidentalmente incappati a leggere qua e là qualche mio pensiero, o pensate di accingervi a breve. 

Il mio nome è Aurora ed ho… beh, diciamo che sono una ragazza della metà degli anni ’90. Sono nata a Montebelluna, una cittadina del Trevigiano, né troppo grande né troppo piccola, e, sin dalla più tenera età, la timidezza mi è stata fedele, tanto da darmi un buffo colorito purpureo alle guance ogniqualvolta mi azzardassi a rivolgere la parola a qualcuno. 

A scuola, dietro a quel banco, con i piedi a penzoloni, me ne stavo zitta, ascoltavo, osservavo, talvolta mi perdevo nelle mie fantasie, ma sono sempre stata una bambina fin troppo diligente.  

Gli unici momenti in cui la timidezza allentava la presa, erano quelli che trascorrevo nella mia cameretta a disegnare, a creare storie con le barbie a mo’ di Beautiful, ad interpretare talvolta la parte della commessa, talvolta quella della maestra. Proprio come una spugna, assorbivo quanto più possibile dal mondo esterno, e poi, una volta entrata nel mio rifugio sicuro, lo facevo uscire sotto forma di storia, colore, gesto.

Arrivati gli anni delle medie, ho scoperto nella pittura un “luogo” in cui realizzare e sentirmi realizzata allo stesso tempo: ho riprodotto opere di Van GoghMagritte, De Chirico, passando intere serate a stendere i colori sulla tela; non sentivo la stanchezza, ma provavo solo un grande senso di pienezza ed appagamento.

Tante sono state le scelte che ho fatto per paura, forse di deludere, forse di rimanere sola. Un esempio? Il Liceo scientifico. Col senno di poi, se ora mi trovassi nuovamente a dover scegliere, non farei più una scelta dettata dalla paura di perdere un’amicizia, bensì una scelta dettata da quell’istinto “pittoresco”, che avevo da poco scoperto. Tuttavia, si sa, la vita è una strada fatta di bivi ed incorrere in scelte sbagliate è naturale ed umano. 

Per ben due volte ho intrapreso una facoltà universitaria che non sentivo mia. Ma alla fine, signore e signori, ho imboccato la strada giusta. Era semplice, dovevo solo ascoltare me stessa. Era l’11 dicembre 2019 quando mi sono laureata in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, presso l’Università di Padova, ed è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Alla base della mia tesi vi è l’analisi della realtà virtuale Rising di Marina Abramović, che mette lo spettatore a confronto con una problematica che, oggi più che mai, colpisce tutto il pianeta: la questione del cambiamento climatico e del conseguente scioglimento dei ghiacciai.

Alla fine la mia passione per tutto ciò che è arte e creazione è emersa, non poteva più essere destinata solo alla mia cameretta. Per darvi qualche esempio: amo ballare; guardare film di tutti i generi, dai grandi classici a quelli recenti; adoro andare a teatro e perdermi nei musei; mi piace leggere, in particolar modo libri biografici, introspettivi e di critica artistica e cinematografica. E per concludere ascolto musica di ogni tipo, dal cantautorato italiano al contemporary r&b, fino alla musica classica.

Quindi, cari lettori, ascoltatevi sempre e fate quello che veramente desiderate, anche a costo di andare controcorrente! 

​

​

bottom of page