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  • Immagine del redattoreLe Due Frida

Perché dovresti entrare in una libreria?

di Anna Grespan



Perché NON dovresti entrare in una libreria? Perché no, voglio dire? Forse questa sarebbe la domanda più adatta dalla quale partire. Anche se non hai mai aperto un libro in vita tua, e se è successo, molto probabilmente l'hai fatto solo perché costretto da un professore, anche in questo caso, provaci, entra in questo posto da sfigati cervelloni che non sanno vivere. Varca quella soglia, per pura e semplice curiosità, e ci troverai un microcosmo che, in un modo o nell'altro, farà vacillare le tue certezze.

Passi molto tempo davanti allo schermo del cellulare, perso tra i meandri di diversi profili social e sai cosa cerchi ogni giorno là dentro? La risposta è semplice: sei alla ricerca di storie. Fin dalla preistoria, l'uomo è stato attratto dall'arte della narrazione, sia nel suo aspetto attivo, raccontarsi ed esprimersi; sia in quello passivo, lasciarsi coinvolgere da un racconto. L'uomo d'oggi non è diverso: si nutre di storie e desidera raccontare la sua. Allora, anche tu che reputi gli amanti della lettura delle persone noiose e spente, sappi che state cercando esattamente la stessa cosa: una narrazione che in fondo parli pure di voi. Quindi, perché non provare ad entrare in quello che, tutto sommato, è un enorme contenitore di storie? Alla fine, la libreria non è altro che una rete di storie accessibili a tutti gli avventori che abbiano voglia di immergersi in questa rete. Paradossalmente, potremmo estendere il concetto di “social network” alla libreria, nel senso di una “rete sociale” costruita sulla base di molteplici narrazioni. In questi luoghi, dunque, si raccolgono delle storie ed intorno ad esse si formano delle comunità e, scusatemi, non è proprio questo che cercano di fare Facebook, Instagram, Twitter, ecc.?

Eccoti qui, finalmente all'interno di questo posto sconosciuto. Fuori c'era un chiasso pazzesco: le macchine, i motorini, il chiacchiericcio della gente, il rumore incessante dei lavori di ristrutturazione all'angolo, le biciclette e le loro brusche frenate, portoni e finestre che sbattono. Poi, sei entrato in libreria e tutto questo è lontano anni luce: c'è silenzio, ma non di quelli pieni e imbarazzanti, un silenzio dolce, fatto di brusii e di una leggera musica di sottofondo che prova a cullarti. Vedi, l'avevi detto tu che erano tutti noiosi lì dentro: ora se per sbaglio farai cadere qualcosa facendo rumore, ti guarderanno come se fossi l'anticristo. Però, devi ammettere che non ti sentivi così calmo da molto molto tempo. La frenesia di quel mondo che non si ferma mai e a volte ti toglie il fiato è solo un ricordo. Adesso puoi vagare senza meta tra gli scaffali pieni di questi oggetti inconsueti chiamati libri e perderti senza dover guardare l'orologio ogni minuto. Non c'è fretta, nessuna costrizione, non ci sono pretese e aspettative. Così, in questa calma profonda, prendi in mano un libro un po' a caso per cercare di darti un tono, e, leggendo il breve testo scritto sul retro, trovi quella concentrazione che da tanto non incontravi e che forse pensavi di non potere avere. Ti viene in mente la sensazione che provavi da piccolo, quando a messa, seduto vicino alla nonna, congiungevi le mani, le portavi al petto, chiudevi gli occhi forte forte e pregavi: non è semplice concentrazione, si tratta di una forma di raccoglimento che ti permette di ritrovare quella parte di te stesso spesso oppressa dalla velocità della quotidianità.

Passione libri, Debbie Tung


Senza che tu te ne renda conto, è iniziato un viaggio dentro di te: passando di libro in libro, da un argomento all'altro, da un genere all'altro, hai completamente perso il contatto con la realtà e stai scoprendo lati del tuo essere finora inesplorati. Sfogliando le pagine di una rivista specializzata di pesca, ricordi i pomeriggi assolati in cui papà ti portava al lago e pensi che sarebbe il caso di riprendere quella attività che ti piaceva tanto. Nella sezione poesia lo sguardo cade sopra il nome “Baudelaire” e improvvisamente si palesa nella tua mente il volto rotondo della fidanzatina delle superiori: amava leggerti le poesie di quel tale e poi vi siete lasciati perché tu non le capivi e hai avuto l'impertinenza di farglielo sapere. Ma, aspetta, allora questi oggetti che hai sempre ignorato, parlano anche di te, com'è possibile? E se ne trovassi uno che ti dirà quello che sarai o quello che vuoi diventare? Pensaci un po', trovare il tuo passato, presente e futuro nelle parole scritte da altri, non credi sia eccezionale? Gli scrittori credono di riportare la loro unica esperienza personale e lo fanno davvero, il punto è che loro sono esseri umani come noi e quindi quello che vivono spesso combacia con le nostre stesse esperienze. Quando ritrovi il tuo vissuto nelle loro pagine, succede che ti senti meno solo ed è magnifico.

Dimmi la verità, molte delle tue certezze stanno crollando. Sei riuscito a compiere un viaggio fuori e dentro di te, stando fermo in un solo luogo. Non lo potevi davvero prevedere. Ti sei sentito libero di fare delle scelte personali senza il giudizio di altri: hai preso dallo scaffale quell'albo illustrato raffigurante delle bellissime piante perché ne avevi voglia, l'hai fatto e basta, non lo comprerai, ma volevi osservare meglio le immagini e l'hai preso. Una libertà che sembra stupida e scontata, ma se ci pensi bene, non lo è affatto. Siamo continuamente “incastrati” dentro certi codici di comportamento sempre fissi e uguali, per questo ogni nostro gesto risulta quasi prestabilito, volto a degli scopi ben precisi, primo fra tutti: consumare, ovviamente. Ecco, la libreria forse è l'unico negozio dove puoi anche solo guardare, farti un'idea, e non sentirti in colpa se non acquisti.

Ti voglio far notare un altro motivo per cui è sempre bene entrare in un una libreria: passeggiare al suo interno significa vivere un'esperienza estetica che coinvolge tutti i sensi. Parlo di estetica perché, obiettivamente, non si può dire che i libri siano brutti: hanno una vastissima gamma di forme, dimensioni e colori e quando ti soffermi davanti ad una parete piena di questi straordinari oggetti, puoi restarne incantato, sebbene, magari, tu non sia molto interessato al loro contenuto. Inoltre, quando ne tieni uno in mano, percepisci al tatto la tipologia di materiale usato per la copertina e lo spessore delle pagine, puoi anche ascoltare il rumore che producono quando le sfogli e infine annusare il loro profumo. Insomma, un libro, un essere apparentemente innocente, è persino in grado di offrirti un'esperienza sensoriale completa.

Il tuo giretto è giunto al termine e, quasi senza accorgertene, hai la raccolta di poesie I fiori del male infilata sotto l'ascella e ti stai dirigendo alla cassa con un sorriso ebete stampato in faccia. Hai pagato e sei uscito con la consapevolezza che quello sarà l'inizio di una nuova avventura, accompagnato dal tuo amico Charles Baudelaire. Poi, “bip-bip”, il telefono, che non hai controllato per un'ora intera, suona: ti sei perso ben 10 notifiche di Instagram.


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